Partiamo da questo: niente è perduto, è solo congelato. Sarà vero? Quando perdi qualcosa, qualsiasi cosa... in realtà rimane come un cubetto di ghiaccio nel freezer? E basta aprire, tirarlo fuori, farlo scongelare...che torna tutto come prima? E' una teoria affascinante, devo ammettere. Ardua, ma affascinante. Non so sinceramente se una filosofia del genere possa valere con le persone...perchè lì entrano in gioco troppe altre cose da affrontare (vedere alla voce 'orgoglio', 'stronzaggine', 'prosciutti sugli occhi', 'menefreghismo', varie ed eventuali) e che molto spesso vanno a creare un muro insormontabile. Però..... se l'ostacolo fossimo solo noi? Se fosse la nostra, la mia vita ad essere il cubetto di ghiaccio nel freezer? Sta a me aprire lo sportello, giusto?
Bene, se il mio ragionamento fila, sono ad una svolta: aprire il freezer. dare nuova vita alla mia vita.
Partendo dall'università. Sta là, esanime da troppo tempo ormai (come d'altronde mille altre cose, ma facciamo un passo alla volta). E mi sono scocciata di questa stasi, l'aria comincia a puzzare di chiuso. Devo riprenderla in mano, finirla e quel che sarà sarà. E' vero, lavoro 40 ore a settimana, torno la sera a casa abbastanza stanca, ma niente ti regala nessuno a meno che tu non ti chiami Paris Hilton e sei una ricca ereditiera. Per cui il piano è questo ed ha un nome: biblioteca.
Ogni sabato mattina (o quasi) mi riprometto di alzare le mie chiappe dal letto e portarle in biblioteca, appunto. A casa è impossibile studiare (un manicomio perenne), e nelle due ore di pausa pranzo in ufficio non riesco ad avere la giusta concentrazione. Per cui mi rintanerò là, in un luogo silenzioso, dove tutti stanno chinati sui libri, dove non ho il computer che mi distrare, dove il gatto non vuole rubarmi la matita..dove posso stare in pace insomma.
Devo.. DEVO provarci. Ho già perso troppo troppissimo tempo.
Spero di farcela. Dipende solo da me.
Nessun commento:
Posta un commento