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venerdì 30 luglio 2010

Il tuo nome.

Permettetemi di postare un piccolo sentimento, che ogni tanto fa capolino dalle mille coperte di lana pesante sotto cui è sepolto. Si affaccia, guarda in su e poi ritorna giù, si scava il passaggio per tornare al caldo, nascosto dal mondo che indubbiamente senza amore è leggermente più freddo del dovuto.
Non mi manca nulla, tengo a precisarlo. Ho degli amici fantastici, una vita che è piena di cose vere e sincere. Ma questa pioggia estiva fa riflettere sempre. Quei bei temporali, presente? improvvisi e freddi, pieni di lampi e tuoni. In quei momenti lui si affaccia. Delle volte vorrei scoprirlo e dire "vai". Non puoi coltivare un terreno arido. Per cui eccomi qui, per quel rantolo che ogni tanto fa nel ritrovarsi ancora in fondo all'anima. Un rantolo che, è chiaro, sento solo io, vorrei passarci la mano sopra e sfiorarlo, sentire cos'è ancora per un pò. Porta ancora qualche cicatrice, collezionate qui e li, di qualche signora benestante che l'aveva comprato a poco, e per questo sottovalutato rivendendolo al primo offerente, che scopro essere sempre io. Non so effettivamente quanto mi manchi tu, e quanto in realtà mi manca lui per quello che è, sbadato goffo e presuntuoso. Però è sempre immenso ed incondizionato. Lui va per la sua strada imperterrito, prendendo calci e pugni, rompendosi le ossa e rialzandosi. Non avrebbe guardato in faccia a nessuno, lui. Forse mi manca solo quello sguardo che mi faceva stare dritta con la schiena. O quella mano che riusciva a piegarmi le ginocchia toccandomi la spalla. Fatto sta che qualcosa manca e vederla andare via sempre di più può nuocere alla salute, solo lievemente, giusto quando il cielo decide di pisciarmi in testa.

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